Non è colpa tua: come il tuo Sistema Nervoso influenza come ti comporti

Ovvero perché le tue reazioni non sono del tutto la tua responsabilità e come aver compassione verso di te.

Hai presente quella volta in cui tua figlia ti ha fatto perdere la pazienza e ti sei sentita in colpa, o quella in cui una certa cosa che ti è stata detta da una persona cara ti ha fatto piangere? Oppure quando il collega di turno si è messo in mostra a tuo scapito ed internamente ti sentivi ribollire?Ovviamente cerca di rendere questo esempio il più rilevante per te.

Bene, qualsiasi sia il primo momento che ti viene in mente in cui qualcosa che è avvenuto esternamente ha influenzato repentinamente il tuo umore…ho una notizia da darti! Quello che è successo all’esterno non centra quasi nulla. E la reazione, per la quale magari ti colpevolizzi anche, non è del tutto responsabilità tua.

Ma se non è responsabilità tua, di chi sennò, lo è?

Secondo la teoria Polivagale, elaborata dal dr. Stephen Porges, professore di psichiatria presso la University of North Carolina, e Professore Emerito sia all’University of Illinois di Chicago e l’University of Maryland, infatti, come elaboriamo le informazioni che arrivano da fuori e le nostre risposte ad esse, dipendono dal nostro stato autonomico.
Se non ne hai mai sentito parlare, forse ti starai chiedendo cos’è, questo stato autonomico. Ti riassumo la definizione che puoi trovare in uno dei libri di S.W. Porges, La guida alla teoria polivagale:

La teoria polivagale descrive tre circuiti primari che forniscono al regolazione nervosa dello stato autonomico; questi stati sono selettivamente regolati dal vago ventrale, dal vago dorsale e dalle vie simpatiche. Lo stato autonomico rispecchia l’attivazione di queste vie. In generale, viene posta l’attenzione su ogni circuito che fornisce la regolazione nervosa primaria di uno specifico stato.

In poche parole, il tuo sistema nervoso si attiva principalmente in tre differenti modalità, a seconda di quale sia il circuito -tra i tre descritti sopra- che è attivo in quel determinato momento.

Partiamo dal fatto che per capire questa teoria bisogna spiegare che cos’è il nervo Vago.
Si tratta del decimo nervo cranico, chiamato così dal latino Vagare, per la sua grande estensione e ramificazione. Il nervo vago, vaga appunto per il nostro corpo, come da figura sotto. É associato al sistema nervoso parasimpatico, al controllo del ritmo cariaco e della respirazione, ai canali umani di coinvolgimento sociale (espressioni del volto, voce), ma anche all’addome e agli organi sotto all’ombelico. Questo nervo si è evoluto con l’evoluzione degli esseri viventi, dai rettili, che hanno solo la parte inferiore all’addome, agli esseri umani che controllano le proprie espressioni grazie ad esso.

antique drawing of the Vagus Nerve
Uno schema del Nervo Vago e dove si attiva il sistema di coinvolgimento sociale

Torniamo ai 3 circuiti che ho citato sopra e che vengono attivati dal tuo sistema nervoso:

  1. il circuito ventro-vagale, legato alla parte alta del nervo vago, e responsabile per uno stato di calma, gioia e regolazione.
  2. il circuito dorso-vagale, legato alla parte bassa del nervo vago, responsabile per uno stato di immobilizzazione e di chiusura (quando ti senti spento o giù e non hai voglia di parlare con nessuno).
  3. lo stato simpatico si attiva quando dobbiamo attaccare o fuggire, si “accende” quando il circuito ventro-vagale si disattiva per consentire al corpo di mobilizzarsi per fuggire o attaccare.

Questi tre macro stati di attivazione del tuo sistema nervoso ti ricordano qualcosa? Ti invito a fermarti un secondo e trovare 3 esempi, uno per stato, magari anche recente in cui come ti sentivi potrebbe essere facilmente descritto da uno dei 3 punti sopra.

Prova a immaginare un momento in cui eri felice e tranquilla: se in quel momento ti fosse capitata una scocciatura, avresti reagito in maniera diversa da un momento in cui magari, di fondo eri già agitata?

Lo stato ventro-vagale, ovvero quello di calma, centratura, gioia e felicità è (o meglio dovrebbe essere) il nostro stato naturale. Come esseri umani, siamo i mammiferi che meglio hanno sviluppato il sistema di coinvolgimento sociale e questo è quel circuito che dovrebbe consentirci di interagire con gli altri da uno stato di pace.

Quello che sto cercando di dirti è che spesso e volentieri non ci rendiamo conto di essere invece molto lontani dallo stato di equilibrio, da quelle che in altri sistemi viene definita come Finestra di Tolleranza.

La vita quotidiana oggi, il lavoro, la richiesta continua di performare come esseri umani in una società che pretende livelli altissimi di performance ci impone di esser per la maggior parte del tempo in uno stato di stress, di attivazione simpatica, senza nemmeno troppo rendercene conto.

Senza contare che, se sei stata o stato vittima di traumi, la capacità di rientrare nella finestra di tolleranza e nello stato ventro-vagale vengono decisamente ridotti. Quindi la richiesta continua di essere in uno stato di sovrastimolazione simpatica non fa che aumentare questa incapacità di tornare a quella che a me piace definire “Casa Base”, quello stato in cui dovremmo essere la maggior parte del tempo.

Ma spesso tu stessa o stesso ti colpevolizzi per come ti sei comportata o comportato e questo non fa che aumentare il livello di richieste che tu stessa ti fai. Se posso spendere due parole vorrei dirti che la migliore cosa che puoi offrire a te stessa in quel momento è la compassione.

Col tempo e con specifiche pratiche puoi aumentare la tua capacità di tornare a Casa Base e rientrare nella finestra di tolleranza. Questa abilità, che è sia innata dell’essere umano ma può anche esser sviluppata, si chiama resilienza.

Se sei interessata/o ad approfondire qualsiasi degli argomenti sopra lasciami un commento.

Foto di Karim MANJRA su Unsplash